Scarsa risposta alla stimolazione ovarica.

scarsa rispsota alla stimolazione ovarica

Parliamo di bassa risposta alla stimolazione ovarica quando, nonostante i farmaci, nelle nostre ovaie non maturano follicoli.

L’orologio biologico è la principale causa della scarsa risposta alla stimolazione ovarica. Ma cerchiamo di capirci di più.

Quando si sta cercando una gravidanza naturalmente per oltre un anno (6 mesi oltre i 40 anni) e non arriva, bisogna capire cosa stia succedendo e se è il caso di preoccuparsi. Come sappiamo oggi lo stile di vita: lavoro, stress, viaggi, impegni vari, non ci permette di avere un vita sessuale molto regolare e il passare del tempo non può che influire in maniera negativa. Pensando che le cause possano non essere biologiche ma esterne, siamo portati a lasciar passare il tempo senza pensare alla naturale diminuzione della riserva ovarica.

Quando è il caso di effettuare una consulenza con l’esperto?

Quando cerchiamo la gravidanza attivamente, quando smettiamo di usare precauzioni, quando abbiamo relazioni durante il periodo fertile, quando controlliamo la nostra ovulazione.

Consultare un esperto di fertilità per tempo può essere il primo passo per evitare di ricorrere a un trattamento di Fecondazione assistita. Una visita adeguata e degli esami mirati ci aiuteranno a capire dove possa essere il problema.

E se ci viene diagnosticata una scarsa riserva ovarica?

Nel momento in cui viene diagnosticata una scarsa riserva ovarica bisogna approfondire il caso per valutare se effettuare una stimolazione ovarica o passare direttamente alla ricezione dei gameti di una donatrice.

Gli elementi essenziali per la diagnosi della riserva ovarica sono due: ecografia con la conta dei follicoli antrali (da effettuare tra il 2º e il 4º giorno di ciclo mestruale) e l’ormone AMH (che indica il numero di ovociti esistenti). Se entrambi i valori parlano di bassa riserva ovarica, si dovrà tenere in conto un altro essenziale fattore: l’età. Sembra ripetitivo dire che l’età è fondamentale per la nostra fertilità, ma è così. Con il passare degli anni la donna perde la riserva ovarica di cui era dotata alla nascita e gli ovociti che rimangono peggiorano di qualità. In una donna giovane è possibile intervenire con un trattamento di Fecondazione assistita per cercare di ottenere più ovociti durante una stimolazione ovarica.

Nei casi di scarsa riserva ovarica si procede quindi con una stimolazione assistita. La Fecondazione assistita consiste nella somministrazione di farmaci ormonali. Le dosi saranno sempre indicate in un piano terapeutico personalizzato.

Perché parliamo di scarsa risposta alla stimolazione ovarica?

Perché nonostante la stimolazione non tutte le donne rispondono allo stesso modo. Anche somministrando le stesse dosi, alcune pazienti rispondono meglio di altre e, a volte, la risposta è così bassa che le possibilità di avere un buon numero di embrioni sono ridotte. In generale, quando si ottengono meno di 5 ovociti maturi, si parla di scarsa risposta alla stimolazione ovarica. Se a priori si ha la certezza di essere davanti a una bassa riserva ovarica, si cerca di stimolare con delle dosi più alte o, in casi molto particolari, utilizzare un protocollo di doppia stimolazione. In questo modo si cercherà di ottenere comunque un buon numero di ovociti. Nei casi di Poor responder (cioè quando la paziente non risponde alla stimolazione) si può decidere di sospendere il trattamento e riprovare in un ciclo successivo o passare a ovodonazione.

Cos’è l’accumulo di ovociti e perché conviene nei casi di bassa risposta alla stimolazione?

Molte pazienti non si rassegnano all’idea di dover rinunciare ai propri gameti al primo tentativo fallito. Vogliono darsi più di una possibilità. Fermo restando che il numero di stimolazioni che si possono effettuare dipende da vari fattori: età, trattamenti previ, valori della riserva ovarica, è comunque possibile valutare la possibilità di accumulare ovociti per cercare di ottenere un numero adeguato e aumentare le possibilità di avere degli embrioni da trasferire.

L’accumulo di ovociti consiste nell’effettuare più di una stimolazione e vetrificare gli ovuli maturi ottenuti in ciascuna di esse. In questo modo, su due o tre cicli è prevedibile ottenere una quantità di ovociti adatta alla fecondazione. Il vantaggio di questa tipologia di trattamento consiste nella possibilità di riuscire a ottenere degli embrioni ed effettuare il transfer allo stadio di blastocisti, aumentando le percentuali di gravidanza. I contro sono dati dalle molteplici stimolazioni a cui deve sottoporsi la paziente e i disturbi che possono provocare.

Per questo motivo è sempre molto importante affidarsi a un ottimo specialista che dopo una corretta diagnosi consigli la paziente sulla strada da seguire. Rinunciare ai propri geni non è mai una soluzione facile ma molte volte è necessario ponderare le proprie scelte e cercare di essere pratici.

Tecniche innovative e progressi scientifici

La procreazione assistita è in continua evoluzione. A oggi sono state sperimentate varie tecniche e procedure che permettono alle pazienti di poter ancora sperare nell’utilizzo dei propri gameti anche nei casi più difficili. Ma è necessario fare molta attenzione. Siamo fermamente convinti che i progressi scientifici aiuteranno ancora molte donne a realizzare il loro desiderio di gravidanza. L’importante è non lasciare che tutto si trasformi in opportunismo nelle mani di pochi “intelligentoni” che hanno solo l’obiettivo di approfittare del dolore degli altri per specularci sopra.

Angela Arlotta

arlotta.angela@gmail.com

Sono Angela Arlotta, Fertility coach con oltre 11 anni di esperienza in trattamenti di Procreazione assistita. Molti pazienti mi considerano il loro "angelo" per averli sempre seguiti con amore. Io mi considero semplicemente una persona che con umiltà e dedizione prende a cuore ogni caso e lo trasforma nella sua più grande missione: dare un appoggio scientifico ed emotivo a tutti i pazienti che devono effettuare un trattamento di PMA.

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