L’ovodonazione all’estero: trattamento in fresco

ovodonazione all'estero

L’Ovodonazione all’estero viene effettuata da ormai molti anni. La Spagna è pioniera nei trattamenti di Fertilità e la Donazione di ovociti.

 

L’iter del trattamento di ovodonazione all’estero è molto semplice per la paziente che non dovrà sottoporsi a stimolazione ovarica, ma dovrà semplicemente preparare l’endometrio per accogliere l’embrione che verrá creato in laboratorio. 

 

Vediamo insieme come funziona il trattamento di ovodonazione all’estero. 

 

1. Ovodonazione all’estero: i passi essenziali per il trattamento

 

La Ricezione di Ovociti viene indicata alle donne al di sopra dei 42 anni che  hanno una scarsa riserva ovarica e  una cattiva qualità ovocitaria dovuti all’età o che sono in menopausa precoce.

 

Quando ci si rivolge a una clinica straniera per effettuare un trattamento di Ovodonazione, per prima cosa, bisogna richiedere una consulenza personalizzata e presentare il proprio caso  per ottenere una prima diagnosi.

 –  Richiesta di esami medici: l’importanza di inviarli per tempo

Una volta effettuata la prima visita, la paziente effettuerà una serie di prove mediche che servono a certificare il suo buono stato di salute e la possibilità di portare avanti una gravidanza senza correre alcun rischio. Per quanto riguarda il partner maschile, nel caso in cui vengano utilizzati i suoi gameti, le prove richieste tendono a dimostrare la buona qualità del seme e l’assenza di malattie infettive.

 

Gli esami medici devono essere inviati in clinica con almeno due mesi di anticipo rispetto al periodo in cui si vuole effettuare il trattamento di Ovodonazione, affinché, nel caso in cui ci sia qualche valore al di fuori della norma, possa essere corretto con una terapia mirata: per esempio TSH alto o vitamina D bassa.

 

2. Ricerca della donatrice: come avviene?

 

Nel momento in cui si certifica che tutti gli esami medici rientrano nella norma, si procede con la ricerca della donatrice di ovociti.

 

L’assegnazione della donatrice avviene seguendo il fenotipo della paziente: colore degli occhi, colore dei capelli, colore della pelle, statura e gruppo sanguigno che può essere uguale a quello della paziente o del partner.

 

Le donatrici hanno un’età compresa tra i 19 e i 35 anni (è l’età limite consentita dalla legge spagnola). Le cliniche di fertilità preferiscono contattare donatrici non superiori ai 30 anni e, in questo caso, viene richiesta la fertilità provata: che la donatrice abbia già dei figli propri o che abbia già donato con risultati positivi.

 

Le donatrici, oltre al cariotipo e agli esami di routine: infettivi, emocromo, coagulazione ecc., vengono sottoposte anche a una consulenza psicologica in cui, attraverso un test scritto e un colloquio, viene stabilita la loro idoneità al trattamento di donazione.

 

Una volta identificata la donatrice compatibile, e concordato con la coppia il periodo in cui effettuare il trattamento di Ovodonazione, avviene la programmazione.

 

3. Sincronizzazione dei cicli mestruali per l’ovodonazione: piano terapeutico per la paziente

 

Quasi tutte le donatrici prendono la pillola contraccettiva per poter pilotare il ciclo mestruale. In questo caso è importante che anche la paziente prenda un contraccettivo per fare in modo che il suo ciclo mestruale arrivi più o meno nello stesso periodo di  quello della donatrice o comunque qualche giorno prima.

 

Per poter organizzare la programmazione dei cicli mestruali, la clinica estera invierà alla paziente un piano terapeutico dettagliato in cui indicherà, passo dopo passo, come comportarsi con l’assunzione dei farmaci. Nel piano terapeutico verrà indicato alla paziente quando interrompere il contraccettivo e attendere il ciclo mestruale, in questo momento avviserà la coordinatrice che sta seguendo il suo percorso presso la clinica.

 

Tra il secondo e il quarto giorno del ciclo, la paziente comincerà a prendere delle pastiglie di estrogeni per fare ispessire l’endometrio. Dopo circa una settimana dall’inizio degli estrogeni, dovrà effettuare un’ecografia per controllare lo spessore e la struttura endometriale.

 

Un buon endometrio deve presentare struttura a triple linea e misurare almeno 7mm.

 

Dopo il controllo ecografico il medico deciderà se la paziente può continuare con lo stesso piano terapeutico o  se deve aumentare le dosi di estrogeni. In quest’ultimo caso, dovrà effettuare  una seconda ecografia,  dopo qualche giorno,  per verificare che l’aumento degli estrogeni abbia dato gli effetti desiderati.

 

4. Piano terapeutico per la donatrice

 

La donatrice smette di prendere la pillola nella data indicata dal personale della clinica. Il secondo giorno del ciclo si recherà in clinica e riceverà i farmaci e le dosi di somministrazione in modo che possa cominciare con la stimolazione ovarica. Il primo controllo ecografico avverrà dopo cinque giorni dall’inizio della stimolazione. Successivamente si recherà in clinica ogni due giorni per effettuare ulteriori controlli ecografici e stabilire la data del pick-up ovocitario.

 

Nella maggior parte delle cliniche si preferisce non sottoporre le donatrici a una stimolazione molto forte, in quanto, essendo la donatrice esclusiva, l’obiettivo è ottenere un numero limitato di ovociti ma di ottima qualità. La stimolazione dura circa 10-12 giorni, bisogna tenere in conto che la durata della stimolazione non è standard, in quanto dipende dalla risposta della donatrice ai farmaci.

 

5. Cosa succede il giorno del pick-up ovarico in un trattamento di Ovodonazione?

 

Come dicevamo prima, il giorno del pick-up ovarico, può essere confermato solo 2 o 3 giorni prima. Quando viene confermata la data esatta del pick-up, il partner dovrà osservare un’astinenza dai rapporti sessuali di massimo 48 ore.

 

Il giorno del pick-up si recherà in clinica per lasciare un campione di seme e i biologi procederanno quindi alla fecondazione degli ovociti in laboratorio. Quella stessa sera la paziente dovrà cominciare ad assumere gli ovuli di progesterone.

 

6. E se partire con pochi giorni di anticipo fosse un problema per i pazienti?

 

Per alcune coppie partire con così poco anticipo può essere un problema a causa di impegni lavorativi o motivi vari. In questo caso sarà possibile procedere alla congelazione del campione di seme in una data previa a quella del pick-up. Il partner  può decidere di recarsi in clinica nella data che più gli conviene.

 

Previo accordo con la coordinatrice, e dopo aver presentato gli esami infettivi negativi e firmato un consenso, procederà alla congelazione del campione di seme, previamente analizzato dai biologi. Molte cliniche effettuano sul momento una prova di scongelamento per vedere se quel campione si potrà utilizzare nel momento del pick up. Se tutto procede bene, la paziente potrà recarsi in clinica solo il giorno del transfer degli embrioni, potendosi organizzare con molto più anticipo.

 

 

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Angela Arlotta

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